1.1.3 La seconda Legge federale sulla formazione professionale del 1963


Nel 1957 si cominciò con la revisione della prima Legge sulla formazione professionale. La versione approvata nel 1963 dalle Camere federali ed entrata in vigore nel 1965 conteneva alcune modifiche relative all’orientamento professionale e alla formazione continua, ma non ci furono grandi cambiamenti per quel che riguarda gli apprendisti.

Il comunicato del Consiglio federale diceva: «La legge in vigore (del 1930) parla di “formazione professionale”, nonostante si miri solo a tramandare le conoscenze e le abilità del mestiere. Visto che la formazione professionale comprende una parte sempre maggiore relativa alla formazione del carattere degli apprendisti e quindi diventa una formazione professionale in senso lato, è opportuno stabilire questo carattere anche nel titolo della legge e quindi definirla Legge sulla formazione professionale”.» Per la prima volta quindi si parla di scuole professionali e non di scuole di formazione continua o di arti e mestieri e le materie “commerciali” vengono sostituite da materie di cultura generale.

Ulteriori obiettivi Già allora non si voleva che gli apprendisti fossero indirizzati unicamente all’attività esercitata in azienda, ma si voleva adeguare l’immagine degli apprendisti alla situazione attuale, visto che alcuni di loro un giorno sarebbero diventati lavoratori indipendenti e quindi, oltre alle conoscenze professionali necessitavano anche di conoscenze commerciali. Già negli anni Cinquanta alcuni insegnanti avevano chiesto di andare oltre le nozioni strettamente professionali e di poter rendere possibili «esperienze del bello nell’arte», ma anche di trasmettere semplicemente esperienze di vita. In seguito, tra il 1972 il 1976 e il 1978 furono approvati i piani di formazione per il nuovo canone delle materie di cultura generale:

Retrospettiva A questo punto è dovuto un piccolo excursus: all’epoca dell’illuminismo, nel XVIII secolo, l’educazione equivaleva alla formazione che si seguiva in base al ceto sociale o alla formazione professionale. Lo scopo dell’educazione era quello di raggiungere la migliore produttività delle persone nelle professioni a cui erano destinate. La formazione professionale era funzionale e serviva ad aumentare la produttività. Jean-Jacques Rousseau distingueva tra l’educazione della persona (e cittadino) e la formazione alla professione (in cui tra l’altro vedeva il culmine dell’educazione). Attorno al XIX secolo si volse lo sguardo verso lo sviluppo delle capacità individuali. La cultura generale qui diventa centrale ed è vista come base per ogni tipo di sviluppo. Già nel 1809 Humboldt scrisse: «ci sono alcune conoscenze che devono assolutamente essere di competenza generale, ma ancora di più una certa formazione del pensiero e del carattere… Se la scuola offrisse la base necessaria, si acquisirebbero con molta facilità le conoscenze specifiche necessarie per esercitare la professione, mantenendo la libertà di passare da una cosa all’altra come accade spesso nella vita.» L’insegnamento della cultura generale è legata a contenuti specifici, per quanto, secondo Humboldt, siano formative soprattutto le materie linguistiche e storiche. Il concetto di cultura generale va inteso in rapporto alle formazioni successive. Una buona cultura generale (maturità professionale) costituisce la base per studi futuri, una carriera di più alto livello e uno stipendio di conseguenza più elevato.

Discussione La formazione professionale moderna sta prendendo forma ora: le conoscenze professionali sono formate dalle due sorelle: pratica e teoria. Il sistema duale ha l’obiettivo portare i giovani a gestire la propria vita professionale, sociale e privata. La formazione di base è la premessa per l’apprendimento continuo e la formazione superiore. La discussione sui contenuti e il concetto della formazione professionale che portiamo avanti ancora oggi ha le sue origini in tempi molto remoti.







 

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